Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne 2021

L'evento andato in scena domenica mattina in piazza del Popolo

Data di pubblicazione:
30 Novembre 2021
Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne 2021

“Ogni 2 giorni in Italia una donna viene uccisa dal compagno”

“Pugni e bastonate alla moglie davanti alla figlia”

“Pestata dall’ex compagno, in ospedale lancia un appello: ho il terrore che ritorni” “Pedina e accoltella alla mano l’ex compagna”

“L’ex l’aggredisce davanti a casa: ti sfregerò con l’acido”

🔴 Sono solo alcuni dei titoli di giornale che abbiamo dovuto leggere quest’anno.

Il Ministero dell’Interno ci dice che dal 1° gennaio al 21 novembre 2021 le vittime di femminicidio in Italia sono state 109. L’associazione antiviolenza D.i.RE – Donne in rete contro la violenza - diffonde dati secondo i quali, nello stesso periodo, sono state 20.000 le donne prese in carico dai centri antiviolenza territoriali, con una diminuzione del 7% rispetto allo scorso anno dovuta ai periodi di prolungato lockdown. Questi numeri spaventano, mi spaventano, come donna, come mamma, come amica e come cittadina.

🔴 Il 25 novembre è la “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne” e la risoluzione 54/134 dell’ONU cita come tale "qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata".

🔴 Cercando informazioni per scrivere il mio breve intervento ho scoperto che questa data è stata scelta in memoria delle sorelle Mirabal, nome in codice Mariposas (farfalle), uccise a bastonate il 25 novembre 1960 dopo essere state stuprate e brutalizzate dagli uomini del regime dominicano del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. E mi sono chiesta: come mai proprio loro? Come mai proprio tre donne dominicane, con tutte le donne di Paesi più importanti che saranno state vittime di violenza? E ho indagato. E ho capito. Non erano solo tre donne, erano tre donne libere, laureate (negli anni ’60!), mogli alla pari dei loro mariti compagni d’armi, indipendenti perché ricche, fiere oppositrici di una delle dittature più sanguinarie del secolo scorso (a proposito, quella sì che era una dittatura...). La loro colpa è stata quella di non ubbidire, di alzare la testa di fronte al potere, di dimostrare di non essere d’accordo; la loro colpa è stata quella di voler essere libere. Forse proprio per questo le Mariposas sono state scelte come simbolo di una giornata che vuole combattere la violenza sulle donne, perché sono il simbolo di tutte le donne che non possono far sentire la loro voce, che sono obbligate ad accettare soprusi di qualunque genere, che non possono decidere liberamente della propria esistenza. Al punto da rischiare di perderla, quell’esistenza.

🔴 Le ragioni di questa situazione grave e vergognosa, definita dal Santo Padre “una vigliaccheria e un degrado per gli uomini e per tutta l'umanità”, sono molte e complesse. Troppo complesse anche solo per pensare di poterle accennare in una sede come questa. Credo sia però importante dire che se vogliamo avere qualche speranza di riuscita in questa battaglia così grande, dobbiamo sì proteggere le vittime di crimini orrendi, ma soprattutto prevenire questi ultimi. E la prevenzione di una qualsivoglia violenza richiede ascolto, interventi seri, reti di sostegno e strumenti per offrire alle donne un'alternativa di vita libera. La dipendenza in cui molte versano, spesso di carattere economico, è di ostacolo alla ricerca di protezione e alla stessa denuncia degli episodi violenti.

🔴 Sono convinta che molta strada sia ancora da fare, e che sia necessario continuare a lavorare, collettivamente ed individualmente, per fare in modo che ogni donna possa essere libera:

- libera di lavorare o di fare la casalinga;

- libera di studiare per diventare importante o di fermarsi alla scuola dell’obbligo per aprire l’officina dei suoi sogni, e in entrambi i casi con il rispetto di tutti;

- libera di sposarsi o di vivere da sola, e in entrambi i casi senza avere paura di dormire in casa sua;

- libera di avere 5 figli o di non averne nemmeno uno;

- libera di scegliere per sé stessa;

- libera di amare chi vuole.

Cominciamo nel nostro piccolo:

- educhiamo le nostre figlie a pensare di poter fare quello che vogliono;

- educhiamo i nostri figli al rispetto. Dopotutto, essendo donne, insegnando loro a rispettarle gli insegniamo a rispettare noi stesse.

🔴 🔴 🔴 RAGAZZE, mi raccomando: con il vostro compagno, o compagna che sia, dovete solo POTER MORIRE DAL RIDERE!

Elisabetta Invernizzi

Consigliera comunale con delega alle pari opportunità

Ultimo aggiornamento

Martedi 11 Gennaio 2022